quarta-feira, 29 de outubro de 2008

La rue Watt (2)


«Un jour j'achéterai quelques mètres carrés
Pour planter des tomates
Là-bas dans la rue Watt»

Boris Vian

quinta-feira, 23 de outubro de 2008

A Biblioteca

Vieira da Silva, Biblioteca

Diz George Steiner, em Errata, que somos como um quarto vazio, e precisamos de poemas, a aprender de cor, na etimologia pelo coração, como também se lê no inglês learn by heart ou no francês apprendre par coeur, para o mobilarmos. A poesia passa a fazer parte do nosso corpo, da nossa matéria mais íntima. Ou não houvesse uma cerimónia judaica de iniciação em que os meninos lambiam as tábuas da Escritura impregnadas de mel. E talvez esta seja uma das formas de compreender a exigência que Lévinas, de outra forma, apresenta: «Nunca nos devemos aproximar do Outro com as mãos vazias.»

segunda-feira, 20 de outubro de 2008

L'uomo solo

L'uomo solo - che è stato in prigione - ritorna in prigione
Ogni volta che morde in un pezzo di pane.
In prigione sognava le lepri che fuggono
Sul terriccio invernale. Nella nebbia d'inverno
L'uomo vive tra muri di strade, bevendo
Acqua fredda e mordendo in un pezzo di pane.

Uno crede che dopo rinasca la vita,
Che il respiro si calmi, che ritorni l'inverno
Con l'odore del vino nella calda osteria,
E il buon fuoco, la stalla, e le cene. Uno crede,
Fin che è dentro uno crede. Si esce fuori una sera,
E le lepri le han prese e le mangiano al caldo
Gli altri, allegri. Bisogna guardarli dai vetri.

L'uomo solo osa entrare per bere un bicchiere
Quando proprio si gela, e contempla il suo vino :
Il colore fumoso, il sapore pesante.
Morde il pezzo di pane, che sapeva di lepre
In prigione, ma adesso non sa più di pane
Né di nulla. E anche il vino non sa che di nebbia.

L'uomo solo ripensa a quei campi, contento
Di saperli già arati. Nella sala deserta
Sottovoce si prova a cantare. Rivede
Lungo l'argine il ciuffo di rovi spogliati
Che in agosto fu verde. Dà un fischio alla cagna.
E compare la lepre e non hanno più freddo.

Cesare Pavese